venerdì 6 febbraio 2015

Lo Stato fa ammalare (a spese loro) i Morsanesi di gioco d'azzardo e poi spende (i loro soldi) per curarli

Se n'era parlato tempo fa in "Dipendenza da Gioco: un problema anche morsanese?"; notizia di oggi: "Allo Stato l’assistenza ai malati di azzardo".

Una volta si diceva che "non ci vuole una laurea per capirlo" ma noi aggiungiamo che "non serve avere la saggezza contadina" per comprendere che lo Stato (ovvero la minoranza esigua che lo amministra pro tempore e che puntualmente contrabbanda come interesse generale alla redistribuzione e all’eguaglianza ciò che in realtà è solamente il proprio interesse: restare al potere) se le canta e se le suona a scapito di tutti. 

Dapprima lo "Stato" ha dato il via libera alla diffusione del gioco d'azzardo in maniera sconsiderata in ogni bar di paese e in ogni ricevitoria di provincia con tanto di sconti fiscali di varia natura alle grandi catene del gioco (es. Il governo riduce le tasse, ma solo al gioco d'azzardo). 

Apparve fin da subito ovvio (a chi è dotato di senso comune) che una tale esplosione di slot machines e gratta e vinci avrebbe messo in ginocchio le persone più deboli e vulnerabili, le quali immancabilmente si son ammalate di una malattia psicologia dal nome esotico "ludopatia". 

Poi, sempre lo "Stato", arriva e ti dice, con fare magnanimo, che le cure per la "ludopatia" le paga lui, cioè la fiscalità generale, cioè noi.

E che cazzo vuole, pure la medaglia? 

Nel frattempo si continuano a vedere le solite facce rintronate davnti alle slot, le solite vecchiette con la pensione investita in giochi vari e avanti savoia. 

Se vi piace così. 

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Vedi anche "Numeri utili: il gioco d’azzardo in Italia (2011)


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