lunedì 18 giugno 2012

Il CAFON risponde: cosa succede se torniamo alla Lira?

La domanda é sorta in osteria: cosa succede se torniamo alla Lira?
Gli esperti del  C.A.F.O.N. (Comitato di Analisi Finanziaria e Obligazionaria Narcisista) hanno detto che in soldoni...

- La lira si svaluterebbe, secondo varie stime, da un minimo del 25% al 50% rispetto all'Euro "tedesco" e rispetto alle monete piú importanti (dollaro, sterlina, franco svizzero ecc.). Il che sarebbe un problema per chi ha debiti denominati in moneta estera oltre alla svalutazione in termini reali della ricchezza che si possiede all'interno della nazione. Ovviamente, andare a fare i turisti all'estero costerebbe cifre improponibili. Dall'altro lato, chi ha Euro "tedeschi" o altra moneta all'estero ci guadagna immediatamente rispetto alla Lira dal 25% al 50% a seconda della svalutazione (quindi ci guadagnerebbe chi oggi ha soldi depositati all'estero).

Entrerebbero in vigore misure per scongiurare il "corralito" ossia che tutti vadano a fare la fila in banca per prelevare gli Euro (facendo cosí fallire la banca). L'annuncio del ritorno alla Lira avverrebbe all'una di notte di un sabato sera, a banche chiuse. Verrebbe imposto un divieto di prelievo per alcuni giorni e divieto di esportare le banconote di Euro nonché i trasferimenti via bonifico verso l'estero sarebbero sospesi per un certo periodo. Le banconote di euro in circolazione verrebbero marchiate e convertite seduta stante in "Euro italiano di transizione" in attesa che le nuove banconote della nuova lira vengano stampate e distribuite alle banche. 

- Visto che le materie prime sarebbero acquistate dall'estero in moneta piú forte (es. il dollaro) i costi si riverserebbero nell'economia nazionale e si svilupperebbe un tasso d'inflazione molto alto (es. 10%) e per di piú l'inflazione s'inalzerebbe immediatamente (es. un'ora dopo l'entrata in vigore della nuova Lira). Il che provocherebbe la riduzione a condizioni di poverta' di molte persone specie tra i pensionati e i redditi bassi perché il pane, luce, gas e via dicendo costerebbero immediatamente anche il 30% in piú.

- Inflazionare significa ridurre gli stipendi reali e le pensioni reali. I risparmiatori ci perderebbero e considerando che gli italiani sono il popolo tra i piú risparmiatori al mondo il conto é presto fatto. Dall'aumento dell'inflazione ci guadagnerebbero solo i debitori e il piú grande debitore italiano é lo Stato (notoriamente inefficiente e sclerotizzato dai mille noti problemi).

- Per l'incapacita' strutturale della politica italiana di fare le riforme (a meno che qualcuno non voglia dimostrare il contrario) si finirebbe con lo svalutare ogni 5/6 anni e si tornerebbe al solito circolo vizioso di politici incompetenti e/o pavidi, cittadini italiani drogati di svalutazione e un'inflazione minacciosa. Magari per proteggere i redditi, le corporazioni si metterebbero al sicuro invertendo il trend di riforma e liberalizzazioni facendo precipitare la nazione ancora di piú nella spirale della protezione asfissiante di diritti corporativi di ogni ordine e grado.

- Visti i trascorsi nazionali e la cultura socio-economica dominante, quasi sicuramente per uscire dalla crisi finirebbe per vincere la linea di pensiero secondo la quale serve piú spesa pubblica e quindi piú debito. Curare un eccesso di debito pubblico con altro debito é come curare un alcolizzato con bicchieri di vodka.  Per la cronaca (e visto che nessuno lo dice mai) quando l'America decise di seguire le dottrine di Keynes sulla spesa pubblica in tempi di crisi, la spesa pubblica americana era al 15% sul PIL (q-u-i-n-d-i-c-i) e la portarono al 20-25%. Oggi, la spesa pubblica italiana (800 miliardi) é al 53% (c-i-n-q-u-a-n-t-a-t-r-é) del PIL, la vogliamo portare sovieticamente al 70%?

A proposito di debito pubblico, nella storia dell'umanita' nessuno stato sovrano e' mai rimasto solvibile quando il suo debito ha superato il 60% sul PIL. Se con un 120% siamo ancora qua a raccontarcela, é bene sapere che la storia non ci dá ragione. 

Buona solo se fai il politico all'opposizione 

59 commenti:

Il debito ha detto...

Il debito pubblico e' colpa nostra e della generazionme dei nostri padri. Rovinera' i nostri figli. Siamo stati degli egoisti.

Anonimo ha detto...

cosa succede agli altri paesi se l'Italia esce dall'euro?!? questa e' anche la domanda.

David ha detto...

Il debito pubblico non è colpa dei padri. Quando c'era la Lira, il debito pubblico era la ricchezza del cittadino. Studiate! Il Giappone è a un debito del 200%. Un mese fa, l'economista Warren Mosler a Venezia disse:- Il debito pubblico? Se fosse stato un problema, non vi avrebbero fatti arrivare a queste cifre, forse vi avrebbero bloccato prima-. Chiaramente con l'euro, le cose son cambiate. Ma è sbagliato dare la causa ai padri. Leggetevi "Il più Grande Crimine" di Paolo Barnard, trovate il pdf gratis su internet.

PaoloVE ha detto...

@ David:

se studi sui testi di Paolo Barnard stiamo freschi... :-)

Il debito non è mai una ricchezza. E' sempre un fardello. In alcuni casi gli interessi possono essere inferiori alle rese dell'investimento che ci fai (nel qual caso conviene indebitarsi), ma se ti indebiti per generare spesa improduttiva non andrai lontano. Come sta succedendo a noi.

@ CAFON: il Belgio è rimasto solvibile riducendo pesantemente il proprio indebitamento da livelli superiori al 90% del PIL (anche se gli ultimi anni di vacanza di governo lo hanno riportato in parte indietro).

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

dimenticavo:

l'effetto sull'economia del ritorno alla lira e della svaluatazione è sostanzialmente quello della riduzione degli stipendi, poichè non tocca i costi di ciò che siamo costretti ad importare (materie prime, energia, tecnologie, produzioni esternalizzate in Cina e rimarcate in Italia,...).

I convinti sostenitori di questa politica possono iniziare a percorrere quella strada in ogni momento. Vanno dal paròn e gli restituiscono metà busta.

Detta così non è più tanto bella, vero?

Ciao

Paolo

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

19.06.12 13:24:25 Ministero dell'interno Italia xxx.xxx.xxx.xxx Explorer 6 Windows XP

Anonimo ha detto...

Caro David, hai ventanni e va bene che tu sia comunista. Appena inizierai a guadagnare e lasciare in bustra il 50% dello stipendio per scoprire che una buona parte serve per pagare il debito e i privilegi accumulati da tuo papa' e tuo nonno (e da quelli che loro hanno votato) vedrai che quella malattia giovanile ti passera'.

Sonni tranquilli ha detto...

Cari amici del CAFON :-) vi seguo da diverso tempo e devo dire che trovo sempre delle perle di saggezza nelle vostre parole. Ho letto con interesse il post "State calmi che va tutto bene. Un elenco di Banche Austriache" e ho seguito il consiglio. Non mi sono pentito e dormo sonni piu' tranquilli perche' ho diversificato il rischio in chiave internazionale. Sono serio: mi avete tolto l'angoscia che avevo prima. Adesso la Merkel faccia quello che vuole. Con stima. GI

Zio Bon! ha detto...

Il debito pubblico non e' colpa dei padri... ma anche degli zii e delle zie! E' raddoppiato tra il 1994 e il 2011. Grazie Berlusconi e grazie Prodi!

Anonimo ha detto...

Capre, capre, capre! leggetevi questo: http://paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf

PaoloVE ha detto...

@ anonimo:

"Capre, capre, capre! leggetevi questo: http://paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf"

visto che tu ripeti quello che aveva già detto david ti ripeto quello che avevo detto a lui:

"@ David:

se studi sui testi di Paolo Barnard stiamo freschi... :-)

Il debito non è mai una ricchezza. E' sempre un fardello. In alcuni casi gli interessi possono essere inferiori alle rese dell'investimento che ci fai (nel qual caso conviene indebitarsi), ma se ti indebiti per generare spesa improduttiva non andrai lontano. Come sta succedendo a noi."

Poi fai una prova: vai dal tuo migliore amico e digli: "Sono indebitato fino al collo e non riesco a ripagare i miei debiti. Mi presti un 100.000?" ed avrai la misura della ricchezza che il debito comporta.

Sempre che ti interessi.

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

La questione delicata e' come ridurre il debito tagliando la spesa ma allo stesso tempo non diminuire gli investimneti. Credo l'unica soluzione sia tagliare gli sprechi ma come la storia paesana ci insegna, i partiti politici esistenti sono favorevoli agli sprechi nella forma di municipalizzate, enti parastatali e societa' pubbliche dove piazzare amici, parenti e sostenitori. Altro che tagli! Fin che i fazzoletti verdi nostrani lavoreranno tutti per enti agricoli, i fazzoletti azzurri per chi fa le strade e i fazzoletti rossi per le cooperative settoriali saremo sempre alle solite spese per tener su il baraccone.

David ha detto...

@Anonimo: comunista??? Ho citato Warren Mosler!!! Sai per lo meno chi sia? Cercalo su wikipedia per lo meno.

@ PaoloVE: il testo di Barnard ha tutte le fonti. Cerco di essere il primo a essere critico quando leggo qualcosa. Barnard ha scritto quel saggio dopo aver sentito economisti come Kelton, Auerback, Hudson, Parguez, William Black, Mosler e molti altri che in Italia ce li sogniamo. Il solo William Black ha mandato in galera mezza Wall Street.
Il lavoro di Barnard sta ricevendo apprezzamenti un po' ovunque, non si tratta di destra o sinistra. Perfino Tremonti apprezzò il lavoro di Barnard. Zamparini ha organizzato più di un incontro con lui. Grillini, movimento viola e molti altri si stanno interessando alla questione. Si stanno formando movimenti regionali.

David ha detto...

Date una letta a questo resoconto su un intervento di Mosler in Italia un mese fa:
http://democraziammt.info/site/2012/06/04/itf-forum-warren-mosler/

PaoloVE ha detto...

@ David:

ho letto qualcosa di Barnard sul suo sito, trovandovi errori concettuali rilevanti, indipendemente dai dati e dalle fonti che cita...

Ciao

Paolo

Alberto Fabio ha detto...

Dall'articolo e dai commenti vedo che non è molto chiaro cosa sia effettivamente il debito pubblico. Se il debito è in moneta sovrana (ovvero lo stato stampa direttamente i soldi), come lo era la lira, allora il debito pubblico equivale alla quantità di moneta in circolazione. E' evidente in questo caso come eliminare il debito voglia dire togliere dalla circolazione tutta la moneta = povertà. Si tratta per cui di un debito che lo stato ha con se stesso e che quindi non va pagato. Ovviamente bisogna prendere delle misure per controllare l'inflazione. Nel caso dell'euro la moneta viene presa in prestito dagli stati. Il debito è per cui reale e si paga con gli interessi alla BCE. Per cui al momento è vero il debito è un fardello, ma se si tornasse alla lira o si costituisse uno stato europeo che può emettere moneta, allora come ha detto giustamente David il debito pubblico è la ricchezza del cittadino, per i motivi suddetti.
Anch'io consiglio a tutti di leggersi quanto citato da David, ne vale la pena, ma so già che nessuno lo farà. Troppa fatica! E' più semplice improvvisarsi economisti ripetendo ciò che ci dicono in tv

Alberto Fabio ha detto...

Dall'articolo e dai commenti vedo che non è molto chiaro cosa sia effettivamente il debito pubblico. Se il debito è in moneta sovrana (ovvero lo stato stampa direttamente i soldi), come lo era la lira, allora il debito pubblico equivale alla quantità di moneta in circolazione. E' evidente in questo caso come eliminare il debito voglia dire togliere dalla circolazione tutta la moneta = povertà. Si tratta per cui di un debito che lo stato ha con se stesso e che quindi non va pagato. Ovviamente bisogna prendere delle misure per controllare l'inflazione. Nel caso dell'euro la moneta viene presa in prestito dagli stati. Il debito è per cui reale e si paga con gli interessi alla BCE. Per cui al momento è vero il debito è un fardello, ma se si tornasse alla lira o si costituisse uno stato europeo che può emettere moneta, allora come ha detto giustamente David il debito pubblico è la ricchezza del cittadino, per i motivi suddetti.
Anch'io consiglio a tutti di leggersi quanto citato da David, ne vale la pena, ma so già che nessuno lo farà. Troppa fatica! E' più semplice improvvisarsi economisti ripetendo ciò che ci dicono in tv

Alberto Fabio ha detto...

Dall'articolo e dai commenti vedo che non è molto chiaro cosa sia effettivamente il debito pubblico. Se il debito è in moneta sovrana (ovvero lo stato stampa direttamente i soldi), come lo era la lira, allora il debito pubblico equivale alla quantità di moneta in circolazione. E' evidente in questo caso come eliminare il debito voglia dire togliere dalla circolazione tutta la moneta = povertà. Si tratta per cui di un debito che lo stato ha con se stesso e che quindi non va pagato. Ovviamente bisogna prendere delle misure per controllare l'inflazione. Nel caso dell'euro la moneta viene presa in prestito dagli stati. Il debito è per cui reale e si paga con gli interessi alla BCE. Per cui al momento è vero il debito è un fardello, ma se si tornasse alla lira o si costituisse uno stato europeo che può emettere moneta, allora come ha detto giustamente David il debito pubblico è la ricchezza del cittadino, per i motivi suddetti.
Anch'io consiglio a tutti di leggersi quanto citato da David, ne vale la pena, ma so già che nessuno lo farà. Troppa fatica! E' più semplice improvvisarsi economisti ripetendo ciò che ci dicono in tv

Alberto Fabio ha detto...

Dall'articolo e dai commenti vedo che non è molto chiaro cosa sia effettivamente il debito pubblico. Se il debito è in moneta sovrana (ovvero lo stato stampa direttamente i soldi), come lo era la lira, allora il debito pubblico equivale alla quantità di moneta in circolazione. E' evidente in questo caso come eliminare il debito voglia dire togliere dalla circolazione tutta la moneta = povertà. Si tratta per cui di un debito che lo stato ha con se stesso e che quindi non va pagato. Ovviamente bisogna prendere delle misure per controllare l'inflazione. Nel caso dell'euro la moneta viene presa in prestito dagli stati. Il debito è per cui reale e si paga con gli interessi alla BCE. Per cui al momento è vero il debito è un fardello, ma se si tornasse alla lira o si costituisse uno stato europeo che può emettere moneta, allora come ha detto giustamente David il debito pubblico è la ricchezza del cittadino, per i motivi suddetti.
Anch'io consiglio a tutti di leggersi quanto citato da David, ne vale la pena, ma so già che nessuno lo farà. Troppa fatica! E' più semplice improvvisarsi economisti ripetendo ciò che ci dicono in tv

Anonimo ha detto...

Alberto, se fra 10 anni sei a fare lo statale vengo li e ti rido in faccia. Se invece farai fortuna magari creando lavoro ad altra gente, prometto che mi leggeró Barnard e pensero' che chi dice che aumentare la spesa pubblica oggi sia un crimine contro le generazioni future si stia sbagliando.

Anonimo ha detto...

non la penso come i neo keynesiani e mi fanno paura quelli che teorizzano l'aumento del debito.

MVAC ha detto...

E se fosse la TV a dire quello che dice il blog e non viceversa? Fare debito é come fare un giornalino giovanile e farsi finanziare dalla regione. Non fare debito ma fare crescita e' fare un giornalino giovanile autofinanziato vendendo le copie e racogliendo sponsor privati. La prima opzione e' facile, la seconda e' difficile. Indovinate cosa preferiscono i giovani economisti rampanti?

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Ciao a tutti, nel post si parla di debito solo alla fine (3 righe) il resto parla di cosa succederebbe se domani mattina si tornasse alla lira a parita' di condizione politica di oggi con la UE e gli stati nazionali. Continueremo piú in lá a parlare di debito perché vediamo che é un argomento che appassiona.

Anonimo ha detto...

Al signor Fabio chiedo se abbia letto il corano o la bibbia o il libro dei mormoni. Se non li ha letti, come fa a dire di aderire a una religione? Ha letto il Capitale? Ha letto la ricchezza delle nazioni? Se non li ha letti come fa a dirsi socialista, comunista, liberale ecc. Io per non aderire a una dottrina mica devo andare a Venezia a sentire quello che uno dice o leggermi una biblioteca intera per non essere d'accordo sul fatto che abbiamo troppo debito. Abbiamo troppo debito, posso dirlo? Posso dire che non credo nella spesa pubblica come soluzione al troppo debito? Difendo il testo del post perché hanno ragione i blogger quando dicono che parla di passaggio alla lira. Perche' tu vuoi tornare alla lira e all'iperinflazione e le svalutazioni? Si o no? Cosa dice Mosler?

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Ok, Ok, i post sono cazzeggio e non hanno velleita' didattica. Sono impressioni raccolte in paese o segnalate dai paesani. L'economia, ed in particolare la finanza pubblica e privata, sono fatte di teorie e nessuno ha la sfera di cristallo. Quello che George Soros poteva insegnare nel 1992 oggi vale meno perché anche lui ha preso le sue cantonate. Piuttosto che segnalare libri sarebbe piú interessante descrivere brevemente la teoria proposta dagli economisti che ritengono che tornare alla lira sarebbe positivo. Questo blog é curioso e propone un post a chi vuole difendere la lira.

Anonimo ha detto...

Quindi la Merkel non capisce niente?

Anonimo ha detto...

ma se si sapevano tutte queste belle cose, Prodi e' uno che facendoci entrare nell'euro con le condizioni sbagliate ha creato il problema strutturale che ci troviamo di fronte oggi? dagli all'economista Prodi!

PaoloVE ha detto...

@ alberto fabio:

"vedo che non è molto chiaro cosa sia effettivamente il debito pubblico. Se il debito è in moneta sovrana (ovvero lo stato stampa direttamente i soldi), come lo era la lira, allora il debito pubblico equivale alla quantità di moneta in circolazione"

Già il punto di partenza è sbagliato.
Basti considerare il fatto che lo Stato si indebita attraverso titoli di Stato.

enza pensare che, una volta stampata tutta la moneta che uno possa desiderare, si può misurare la ricchezza generata in questo modo appena si voglia comperare qualcosa da un fornitore estero, per esempio un barile di petrolio da uno sceicco.

Per uno Stato non è stampare moneta a creare ricchezza, ma produrre e vendere beni e servizi, perchè senza questi dietro a darle un valore la moneta di qualsiasi stato vale quanto il suo supporto fisico.

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

io ho letto Barnard e ho letto il post. Sono offensivo della sensibilita' altrui se dico che condivido il post e non Barnard? Spero non sia reato di lesa maestá

Karl M ha detto...

Ho riletto il post e devo dire che se siamo al 120% allora portiamolo come il giappone al 230%. Se ce la fa il Giappone ce la faremo pure noi. Sotto con la spesa a mani basse.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

20.06.12 13:37:37 Consiglio nazionale delle ricerche Italia xxx.xxx.xxx.xxx Firefox 13.x Windows XP

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

20.06.12 13:51:33 Regione autonoma friuli venezia giulia Italia xxx.xxx.xxx.xxx Explorer 8 Windows XP

Berlusquoni ha detto...

Crisi, Berlusconi: «Non è bestemmia
pensare che l'Italia esca dall'euro». Fabio = Berlusconi

Berlusquoni ha detto...

Crisi, Berlusconi: «Non è bestemmia
pensare che l'Italia esca dall'euro». Fabio = Berlusconi

Stipendi, mutui: come si tornerebbe alla Lira ha detto...

Ciao, vi segnalo un articolo dell'Unita' che ora che Berlusconi ha detto di tornare alla lira, ci spiega perche' sarebbe bene non tornare alla lira. Ovviamente. I punti toccati sono gli stessi dell'articolo di CAFON.

Anonimo ha detto...

Direi che i giornalisti dell'Unita' e gli studi che citano (tipo UBS) dovrebbero leggersi Mosler e Barnard.

Anonimo ha detto...

voi non me la raccontate giusta!!! Lunedi ve ne uscite con questo post su cosa succede se l'Italia torna alla Lira e martedi mattina Berlusconi dichiara che si puo' tornare alla Lira...

Corriere della Sera: Berlusconi: Merkel sbaglia tutto Uscire dall'euro? Non è bestemmia

Poi i vari giornali spiegano cosa succederebbe se si tornasse alla lira che ricalca quello che avte scritto anche voi...

Allora?

Anonimo ha detto...

voi non me la raccontate giusta!!! Lunedi ve ne uscite con questo post su cosa succede se l'Italia torna alla Lira e martedi mattina Berlusconi dichiara che si puo' tornare alla Lira...

Corriere della Sera: Berlusconi: Merkel sbaglia tutto Uscire dall'euro? Non è bestemmia

Poi i vari giornali spiegano cosa succederebbe se si tornasse alla lira che ricalca quello che avte scritto anche voi...

Allora?

Anonimo ha detto...

C'e' qualcuno molto vicino agli ambienti romani che filtra notizie?

Neuro ha detto...

Squinzi: «Bisogna difendere l'euro»

Il presidente di Confindustria replica a Berlusconi che aveva detto:«Uscire dalla moneta unica? Non sarebbe una bestemmia»

Anonimo ha detto...

Non lo avete capito? berlusconi non e' un leader che sta davanti al popolo ma é un populista che sta dietro al popolo! Gli hanno detto che nelle osterie la gente da' la colpa di tutta la crisi all'euro ed allora se ne esce con sparate a favore della lira. Solo che LUI sa che sarebbe disastroso tornare alla lira e la povera gente ci perderebbe mentre il popolo non lo sa. Il primo pecca di malevolenza, il secondo di ingenuita'. Peggio il primo, se permettete.

Bonifacio 8 ha detto...

Certo che c'è più di qualcuno che ha una sorgente di aggressività repressa e mancanze logico-espositive. Ma che fate? State davanti a Mediaset tutto il giorno per dire certe boiate (mi riferisco in particolar modo ad anonimi, mvac, berlusquoni vari). Capisco che qui si fanno polemiche da osteria. Ma se non avete argomenti bevetevi un bon taj e state buoni, proprio come si fa in osteria (a meno che di tajs non ne abbiate già bevuti troppi). Suvvia, non siate ridicoli. E non siate invidiosi se qualcuno riesce a formulare un pensiero (giusto o sbagliato che sia) e ha anche il coraggio di metterci il nome. Voi siete proprio i tipici repressi fustigatori della rete. Anonimi per vergogna, censori della libertà d'espressione e di pensiero, disattenti nella lettura. E ora forza, fustigate anche me, confusionari stupratori delle menti e avidi castratori di discussioni non proficue, ma almeno sensate.

Anonimo ha detto...

Bonifaccio VIII, in parole povere cos'e' che dovvi dire?

Anonimo ha detto...

si, bonifaccio, ma non s'e' capito qual'e' il punto sollevato da chi si firma. Piu' rileggo il post e i commenti e piu' non capisco perche' si debba suggerire di leggere un libro. E' come se uno ti dicesse "sei ateo, vatti a lggere la bibbia e il corano" poi torna e dimmi se sei ancora ateo. Se uno pensa che il ritorno alla lira causa caos qual'e' il problema? E poi che ci sia debito pubblico troppo alto e' un problema. Poi la fonte del debito e come si forma, cos'e' il debito, sono altre questioni. C'e' debito. C'e' spesa pubblica troppo alta. Perche' uno deve leggersi un libro per capire queste cose?

Jesus ha detto...

uno resta ateo anche dopo la lettura e non per questo e' un pirla

Anonimo ha detto...

in paese lo sanno tutti che i blogger sono nella massoneria e nelle organizzazioni influenti che fanno e disfanno. Certe carriere non si spiegano altrimenti. Prima o poi ne vedranno delle belle! Il paese non dimentica.

Anonimo ha detto...

Quindi Monti é nel Bildenberg. Perché il PD lo sostiene?

David ha detto...

Perché il PD sostiene Monti che è nel Bilderberg? Bè se vogliamo dire tutto lì ci sono stati anche John Elkann, Paolo Scaroni, Mario Draghi, il defunto Padoa-Schioppa, Franco Bernabé, Romano Prodi e altri. Senza contare tutti quelli che han fatto parte di altri gruppi simili (vedi Commissione Trilaterale, Aspen Institute, World Economic Forum)

David ha detto...

Secondo Mosler tornare alla Lira è semplice. Basterebbe che il governo iniziasse a tassare in Lire. Si creerebbe il problema che ti tassano su qualcosa che nessuno possiede. Quindi nasce la necessità di possedere Lire. In questo modo il governo inizia a pagare in Lire, che così inizia ad acquisire valore (detta in soldoni). Chiaramente, se il governo decidesse di pagare troppo, ci potrebbe essere un aggiustamento verso il basso e quindi un deprezzamento. Ma può succedere anche il contrario, con un aggiustamento verso l'alto. Pure con l'Euro, quando abbiamo iniziato ad usarlo, è stata così: si tassava in Euro, si pagava in Euro e c'è stato un aggiustamento. Si badi che sono aggiustamenti una tantum, che non c'entrano con l'inflazione. In Messico nel 94 e in Russia nel 98 ci sono stati questi tipi di aggiustamenti, ma poi tutto è tornato a posto.
Quando qualcuno gli chiese se ci sarà una fuga di capitali dall'Italia, Mosler rispose che con la valuta Fiat non esiste una vera fuga di capitali come la pensiamo noi. Quella è un'idea che deriva dal vecchio standard aureo, che ormai da decenni non esiste più, quando l'oro era il capitale che andava a finire all'estero. Oggi è diverso. Per esempio i Dollari rimangono alla Federal Reserve. Cioè se il signor Josè in Messico compra materie dall'americano signor Joe, succede solo che alla Federal Reserve la cifra pagata da Joe, va nel conto di Josè. Dunque alla Federal Reserve non ci sono fondi a perdere.
Quando chiesero all'economista nonché speculatore Mosler se ci sarebbe stato un assalto alle banche con un ritorno alla Lira, lui rispose che gli Euro in una banca non devono essere convertiti, non avrebbe senso che il governo facesse ciò. Ci sarebbe semplicemente una vendita degli Euro per avere Lire (in sostanza è quello che successe quando arrivò l'Euro). Chiaramente ciò funziona solo se il governo agisce nel modo corretto: se il governo convertisse i depositi bancari in lire, ciò comporterebbe un disastroso crollo della valuta.

David ha detto...

A chi si chiede come si faccia a comprare il petrolio in dollari dopo un aggiustamento una tantum, Mosler risponde che è un falso problema, poiché il petrolio non si paga in dollari, ma è prezzato in dollari. Lo si paga con qualunque valuta. Ci sarà una variazione nel tasso di cambio, ma in generale si può pagare qualunque cosa con qualunque valuta.
A chi gli chiede come fa lo Stato ad onorare il debito pubblico interno ed esterno con la Lira, Mosler risponde che il debito è in gran parte non ricorso e non assicurato, cioè non c'è garanzia. Il governo può legalmente cambiare idea in qualunque momento. Però può scegliere anche di fare default: se la Grecia lo avesse fatto a Marzo non sarebbe di certo andato qualcuno ad arrestare i membri del parlamento. Piuttosto Mosler si chiede: quale parte del debito serve per il bene pubblico? Queste sono scelte politiche, che vengono attuate dal governo. In che modo? Comprando euro con la propria valuta per pagare i debiti in euro. Ciò va a spingere in basso la Lira; ma in realtà non è nemmeno un problema oggi come oggi. Infatti tutti spingono per avere un calo della propria valuta. Per esempio la Svizzera: se la Lira è debole, si può vendere meglio i propri prodotti per onorare i propri debiti.
Per quanto riguarda le famiglie indebitate in euro esiste un problema diverso. Il settore privato farebbe bancarotta. Però dopo la bancarotta, il debito si azzerra e si ricomincia da capo. In tal caso è fondamentale ammortizzare l'impatto della crisi promuovendo la piena occupazione grazie al settore pubblico. Mosler spiega che il 10% della popolazione è sufficiente a produrre quello che serve al restante 90%. nulla vieta che il restante si occupi di anziani, invalidi, malati, bambini ecc. Lo stato può fare ciò che vuole con la moneta sovrana. Poi è l'errata gestione che genera crisi e disoccupazione

David ha detto...

Quando gli viene chiesto chi decide i tassi d'interesse con una nuova moneta uscendo dall'Euro, lui risponde che con la nuova Lira si tornerebbe al vecchio sistema in cui la Banca d'Italia sceglie da sola i tassi d'interesse. Mosler consiglia di lasciarli a 0 (come in Giappone da oltre vent'anni), senza il pericolo di creare inflazione (poiché l'inflazione è creata dagli alti tassi d'interesse). In questo modo per esempio i tassi sui mutui andrebbero al 2,5-3% (come in Giappone), creando competitività e concorrenza tra le banche.
Invece per quanto riguarda i titoli di stato, dice che è il mercato a deciderne i tassi d'interesse. Ma in realtà con la moneta sovrana, non avrebbe senso che il governo emetta titoli, poiché il titolo in realtà era strettamente legato al vecchio sistema dello standard aureo, cioé si emettevano titoli quando a standard aureo si preferiva dar via soldi anziché l'oro. Oggi i titoli di stato (sempre parlando nel caso di moneta sovrana, quindi non l'Euro) non sono altro che uno spostamento di cifre tra i diversi conti della FED. Es: Quando la Cina compra titoli americani, quei soldi si spostano da conto corrente a conto di risparmio. Il conto di risparmio viene chiamato ance debito pubblico. La promessa è che quando i titoli scadranno, i dollari verranno spostati dal conto di risparmio al conto corrente.
Mosler spiega che molti economisti non credono alle teorie post-keynesiane perché hanno ancora una visione che ha le sue basi sull'esistenza dello standard aureo.
Comunque Mosler spiega che la valuta unica (Euro) avrebbe senso, ma dovrebbe essere gestita per scopi pubblici (non privati come avviene ora ai nostri danni).
A tal proposito lui propone due soluzioni per evitare il disastro pur rimanendo nell'Euro. Una è collegata al fatto che la BCE dovrebbe finanziare tutti, distribuendo Euro a tutti i Paesi su base annua del 10% del Pil, in modo da risolvere i problemi di solvibilità, eliminando il rischio di default e senza rischio di credito. Il problema è che ci si affida al caso: se in nessun paese c'è problema di credito, allora c'è una corsa al ribasso, in cui si spende senza limiti, creando inflazione selvaggia. Si rende necessario disciplinare. Ha spiegato anche in che modo. Poi Mosler spiega che la BCE dovrebbe finanziare piena occupazione a salario fisso e decente, creando una riserva tampone di occupazione. I disoccupati accedono a un posto di lavoro di transizione, attraverso un programma che verrebbe gestito direttamente dalla Banca Centrale. Questo programma tampone è un sistema di stabilizzazione. Diciamo che è simile al Programma EFES che venne avviato nel 2001 in Argentina con ottimi risultati.
Altra proposta di Mosler è che l'Italia si finanziasse facilmente in caso di non pagamento, usando i titoli+interesse per pagare le tasse al governo. Ora come ora nessuno di noi comprerebbe titoli (per questo i tassi sono troppo alti), poiché temiamo di non avere indietro i soldi. Ma se tra 5 anni, se non mi ridanno i soldi, posso pagare le tasse con quei titoli allora il discorso cambia. Questo è un piccolo cambiamento che farebbe trovare investimenti e il tasso d'interesse scenderebbe. In questo modo si potrebbe risolvere il problema dell'austerity, ma non quello della disoccupazione.

David ha detto...

Ah a chi si chiedeva se l'Italia esce dall'Euro: agli altri stati non cambia proprio nulla.
Per il libro, lo consigliavo solo perché l'ho ritenuto interessante e gratuito. Barnard ha organizzato a Rimini un summit in cui ha portato tutti gli economisti che vi ho citato, che di certo non sono dei cialtroni. Idem per Mosler, che è stato uno speculatore vero e proprio, per cui sa come funzionano veramente le cose (ricordo nuovamente che negli anni 90 ha salvato l'Italia con il ministro Spaventa facendogli capire che non esisteva il problema del debito pubblico e che sempre in quegli anni si è notoriamente arricchito comprando titoli italiani, quando nessuno li voleva, nel 2001 ha salvato l'Argentina dal default).

Alberto Fabio ha detto...

Cavolo vedendo le risposte date sembra che io abbia ammazzato qualcuno...:-) Speravo solo di poter dare degli spunti di riflessione per un proficuo dibattito e non scatenare un putiferio contro la mia persona. I consigli non sono imposizioni.
Ricordo comunque che per fare delle affermazioni tecniche come quelle che state facendo servono delle fonti, visto che l'economia non è una religione e tutto deve essere dimostrato, vi invito a riflettere su quali sono le vostre. Lasciando stare Barnard che si è capito che non vi piace, le mie sono Kelton, Auerback, Hudson, Parguez, Black. Economisti di fama internazionale che a fine febbraio a Rimini ci hanno spiegato il perché della crisi economica e le falle del sistema neoclassico, cioè quello che state sostenendo voi, e che sostenevo anch'io (perché mi era stato insegnato a scuola) fino a che non mi è stato dimostrato il contrario.
Ringrazio inoltre chi mi paragona a Berlusconi, non credevo nella mia vita di arrivare a tanto...
Infine scelgo di non rimanere anonimo perché sono convinto di ciò che dico e me ne prendo la responsabilità e se qualcuno vorrà discutere con me di queste cose o di altro di persona ne sarò ben felice, credo che il dialogo e lo scambio di idee possano essere un ottima occasione di crescita. Un guazzabuglio come quello venuto fuori qui A MIO PARERE non lo è.
Un saluto a tutti e buona giornata.

Anonimo ha detto...

Monti: «L'euro è irreversibile». Monti leggi Mosler!

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Ciao, non é ch citando le fonti si stabilisce chi ha ragione o chi ha torto. Si finirebbe col dare credito ai negazionisti ed ai teorici del complotto. In bar la gente é piú saggia di quanto si creda e la saggezza delle masse non va sottostimata. Ad ogni modo, a riconoscimento della passione messa in questo dibattito, eleviamo volentieri le puntuali risposte a post. Mandi e grazie

David ha detto...

@Anonimo ha detto...
Monti: «L'euro è irreversibile». Monti leggi Mosler!

A proposito di dichiarazioni di Monti, nel marzo 2010 in una trasmissione di La7 (ci dovrebbe essere il video da qualche parte su internet) Mario Monti:"L'Euro è un successo soprattutto per la Grecia". Fa impressione rivederlo oggi.

Anonimo ha detto...

Io ammetto che non sono un eonomista, ne che ho letto libri di economisti, ma quello che non capisco è tutta questa questione su cosa è il debito pubblico! il debito è debito, io se faccio un mutuo mi indebito con la banca, lo stato per spendere più di quanto incassa chiede a chi ha denaro soldi a debito pagando interessi! siccome lo stato sono anch'io, gli interessi poi li pago io. Se il debito lo stato lo crea facendosi prestare soldi dai suoi cittadini e quindi da me, il debito è interno. Come se mio Padre, per rifare il bagno chiedesse a me i soldi in prestito, poi per restituirmeli mi chiede più soldi per stare in casa. Se esco di casa non prendo un'euro, ma resto proprietario delal casa. Ma se mio Padre chiede i soldi alla banca, gli quel debito per restituirlo comunque lo pago io, ma se esco di casa e mio padre non paga, è la banca che si prende la casa. Ora il problema è che noi cittadini siamo tutti debitori, grazie a politici incompetenti votati da noi stessi, verso chi ci ha dato i soldi e questi, sapendo che noi non siamo capaci di ridurre il nostro debito e che lavoriamo meno quindi guadagnamo meno, per darci nuovi soldi ci prendono alla gola con interessi alti, sperando poi di poter fare grossi guadagni, grazie ai gioielli di famiglia che saremo costretti a vendere come fà il privato cittadino al monte dei pegni. Per concludere, il debito come succede a casa mia, và bene se porta reddito, se compro una casa dove poi abito senza pagare affitto, ovviamente sostenibile col mio reddito. Se faccio debiti per andare in vacanza, comprare la macchina, il microonde, il telefonino vestiti ecc.ecc. e poi resto cassaintegrato, devo svendere tutto e lavorare 12 ore al giorno vivendo a pane e cipolle per ripagare il debito. In pratica divento uno schiavo! Noi stiamo diventando SCHIAVI a causa dei nostri viziacci italici! I tedeschi i nostri padroni!

Anonimo ha detto...

Ciao
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Ritorno alla Lira for Dummies ha detto...

Questo è un post didascalico (a compensare quello precedente infarcito di linguaggio ostico) dedicato a chi non ha mai sentito parlare di economia o se ne è sempre disinteressato. Spiega, con dieci pillole a dosi omeopatiche, le conseguenze per il cittadino comune del ritorno alla lira che una canea vociante continua ad invocare.

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